Mi chiamo Teresa, sono un’imprenditrice agricola e ho un debole per le fragole.
Ma facciamo un passo indietro.
L’Orto della Dea nasce dal ricordo della tradizione di famiglia.
I miei nonni si riscattarono dalla mezzadria, comprando un piccolo podere nel 1929.
L’orgoglio per avercela fatta, metteva in secondo piano la fatica necessaria per coltivare il grano, la vigna e l’erba per le mucche da latte.
Anche nel dopoguerra, in famiglia il cibo non mancava mai, perché la terra richiede sacrifici ma ti regala i suoi frutti.
Infatti mia nonna prima, e poi mia madre, coltivavano l’orto di famiglia e c’era sempre qualcuno a cui regalare abbondanza.
Ho ben impressi nella memoria i sapori delle verdure appena colte e cucinate (i piselli andavamo a mangiarli direttamente nell’orto!)
Dea, mia madre, fino all’ultimo giorno passava il suo tempo a coltivare, raccogliere e cucinare.
L’Orto della Dea, nasce quindi come tributo a mia madre che amava la sua terra e mi ha fatto sentire la sua protezione e approvazione per la nascita di questo progetto, ma evoca anche la Dea terra, la Dea madre.
Nel 2015 la nascita del progetto: dalla tradizione all’innovazione.
Da orto di famiglia ad Azienda Agricola.
Ho richiesto fin dall’inizio l’affiancamento di tecnici che mi consentissero l’avvio con innovazione e tecnica agronomica, con grande rispetto per quelli che sono i processi naturali della lavorazione del terreno (dal trapianto all’impollinazione).
Ho cercato fin da subito di utilizzare l’acqua con profondo rispetto e di non usare prodotti chimici, per salvaguardare la salute e l’ambiente.
Nel 2020, dopo 5 anni, il podere iniziale non è più sufficiente. Sicché, ho comprato un altro campo che ho nominato “l’Orto di Aronne”, mio padre, e sto tutt’ora cercando altra terra.
L’ Azienda si sta allargando e con mia grande soddisfazione vedo il futuro nella mia famiglia e nei miei nipoti.
Simone, che ha 17 anni, mi aiuta durante l’estate e mi auguro possa continuare con me questa avventura, appena finiti gli studi. Così come Giovanni.
Ho avviato questo progetto dopo molti altri lavori e dopo essere andata in pensione, ma non potevo fermarmi: avevo, insomma, l’età giusta per realizzare il mio sogno.